Serie A - Venezia troppo solida e profonda, la Betaland cede con onore al Taliercio
Umana Reyer Venezia - Betaland Capo d'Orlando 104-85
Parziali: 25-19, 49-37, 79-63.
Umana Reyer Venezia: Haynes 5 (1/1, 1/3), Daye 12 (3/5, 2/4), Cerella 2 (1/2, 0/2), Johnson 11 (1/3, 3/6), Watt 10 (5/7, 0/2 tl), Sosa 22 (4/5, 4/7, 2/2 tl), Peric 11 (5/7, 0/1, 1/3 tl), Biligha 4 (1/3, 2/2 tl), De Nicolao 4 (1/1, 2/2 tl), Bramos 9 (0/2, 3/3), Tonut 4 (1/2, 2/2 tl), Ress 10 (1/1, 2/2, 2/3 tl). All. De Raffale.
Betaland Capo d'Orlando: Atsur 2 (1/1, 0/2), Kulboka 14 (2/4, 2/5, 4/5 tl), Faust 8 (2/4, 0/3, 4/6 tl), Stojanovic 11 (5/9, 0/3, 1/3 tl), Knox 25 (9/13, 1/1, 4/6 tl), Smith 15 (2/6, 3/6, 2/2 tl), Campani 6 (2/4, 2/3 tl), Donda 4 (2/2, 0/1 tl), Laganà (0/1 da tre) Giancarlo Galipò ne, Giorgio Galipò ne. All. Mazzon.
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Era una partita già di per sé complicata quella in casa dell’Umana Reyer Venezia per la Betaland Capo d’Orlando e lo era ancor di più a causa dell’assenza di un giocatore importantissimo quale Valery Likhodey. Nonostante questo i paladini giocano una partita seria in casa della squadra Campione d’Italia (che da questa sera torna di nuovo capolista solitaria dopo la vittoria di Pesaro a Milano).
Un finale giustificato dalla differenza enorme in termini di rotazioni e dall’approccio dei padroni di casa che non vogliono lasciare nulla di intentato per conquistare il primo posto della regular season in ottica playoff.
È buono l’approccio alla partita anche della Betaland, che si porta anche in vantaggio sul 15-16 con Stojanovic, ma reggendosi ancora una volta sulle grandi spalle di Justin Knox: il centro americano vira a quota 13 alla boa del primo quarto e gioca un’altra stupenda partita con la canotta orlandina.
Coach Andrea Mazzon, accolto nell’ovazione del Taliercio e premiato all’inizio della gara, cerca ogni soluzione tattica possibile per permettere alla squadra di restare in partita. C’è stato il solito contributo offensivo di Adam Smith e anche Arnoldas Kulboka ha ritrovato la via della retina, giocando sicuramente una partita ben diversa rispetto alle ultime due uscite. Ci sono anche minuti di qualità da parte di Andrea Donda che si mette in mostra di fronte agli avversari più forti del campionato. Tutto ciò però non basta ad azzerare il divario tecnico e dunque i due punti vanno a Venezia, che domenica, in questo infinito rush per la salvezza, sarà di scena proprio a Pesaro.
Per l’Orlandina, a questo punto, la gara di domenica prossima alle 20:45 contro la Red October Cantù sarà ancora più determinante per conquistare l’obiettivo della salvezza. Non ci sono scuse per mancare.
Le parole di coach Andrea Mazzon al termine della gara: “Innanzitutto voglio ringraziare la società per aver anticipato l’orario della gara per consentirci di prendere un volo per tornare in Sicilia. Faccio i complimenti a Venezia per la serietà con cui sta giocando, per come in questo finale di stagione sta facendo le cose con determinazione, intensità e voglia dimostrando di essere la migliore squadra del campionato. Noi siamo arrivati qui cortissimi nelle rotazioni, abbiamo cercato di restare in partita, ma Venezia ha giocato una partita seria e nelle individualità è nettamente migliore. I ragazzi ci hanno provato, siamo rimasti lì, non abbiamo mai mollato, abbiamo dato tutto quello che avevamo, poi ho messo i ragazzi giovani dentro per evitare qualunque tipo di infortunio negli stranieri. Ci mancava Likhodey, il nostro migliore difensore, ma non abbiamo voluto rischiarlo per la partita. Mancando un giocatore così siamo stati costretti a schierare Kulboka da 4, che è un giocatore leggero. Adesso dobbiamo solo pensare a vincere in casa con Cantù”.