Serie A - Dura, concreta e vincente: grande Betaland Capo d'Orlando a Brindisi
Happy Casa Brindisi - Betaland Capo d’Orlando 74-75
Parziali: 13-18, 35-34, 59-55.
Happy Casa Brindisi: Suggs 12 (2/2, 2/3, 2/2 tl), Tepic 3 (1/2, 0/3, 1/2 tl), Smith 8 (2/7, 1/2, 1/1 tl), Moore 5 (0/3, 1/2, 2/2 tl), Lydeka 10 (5/7), Mesicek 11 (2/7, 2/4, 1/4 tl), Cardillo ne, Sirakov ne, Iannuzzi 8 (4/8, 0/2 tl), Donzelli ne, Giuri 17 (5/7, 2/3, 1/2 tl), Petracca ne. All. Vitucci.
Betaland Capo d’Orlando: Atsur 5 (1/3 da 3, 2/2 tl), Kulboka 3 (0/2, 1/4), Likhodey 10 (3/7, 1/4, 1/1 tl), Stojanovic 6 (3/5, 0/3), Knox 27 (13/18, 1/4), Galipò ne, Smith 14 (4/8, 2/4), Faust 10 (3/5, 1/2, 1/3 tl), Laganà ne, Campani (0/1), Egwoh ne. All. Mazzon.
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Quasi un girone intero. Aspettavamo questa vittoria dal 16 dicembre e, curioso caso del destino, è arrivata nuovamente contro Brindisi. Una Betaland Capo d’Orlando concreta e coraggiosa sbanca il PalaPentassuglia per 74-75 e, non a caso, a firmare il canestro della vittoria è stato un monumentale Justin Knox sull’ennesimo assist di Voja Stojanovic, che ha trovato nel centro americano il suo ricevitore privilegiato in questa serata.
Una Betaland frustrata dall’ultima bruciante sconfitta con Varese, ma non abbattuta e soprattutto sempre più convinta. È così che i ragazzi hanno approcciato la partita, contro una Happy Casa che si giocava la salvezza matematica e dunque decisamente carica per questo appuntamento.
Fin dai primi possessi si è capito, però, che la squadra era pronta a dare tutto quello che aveva in corpo difendendo in maniera aggressiva e attaccando con ordine, trovando già nel primo quarto 11 punti da Knox che ha sfruttato a dovere il lavoro dei compagni e costringendo ai padroni di casa ad un 3/11 da 2 nei primi 10’ che dice tutto dell’enorme sforzo sviluppato dalla squadra di coach Mazzon nella propria metà campo.
È stata una partita equilibrata, che ha vissuto anche colpi di scena come l’infortunio a Nic Moore nel secondo quarto, ma pian piano tutti i protagonisti si sono accesi facendo cose importanti per arrivare a questo risultato.
Lo ha fatto Nick Faust, mettendo grande energia e segnando punti preziosi, lo ha fatto Valery Likhodey, che sul -8 nel terzo quarto è decisamente entrato in partita permettendo ai compagni di riaccorciare lo svantaggio a solo due possessi, lo ha fatto Adam Smith, che ha esibito le sue qualità di attaccante e con la pazzesca tripla del 69-67 ha tenuto vive le speranze dell’Orlando quando Brindisi provava a dare lo strappo decisivo.
Strappo che i padroni di casa provano a ridare sul 74-69 senza aver fatto però i conti con lo stato di grazia di Knox e l’assoluta voglia di non arrendersi dei paladini.
Non c’è stato errore a cui la squadra non abbia reagito, non c’è stata difficoltà a cui non si sia trovata una soluzione, ma soprattutto non è mai venuto meno lo spirito di squadra, accompagnato dalle decine di orlandini in trasferta, che ha permesso alla squadra di giocarsi tutto all’ultimo possesso come una settimana fa. Questa volta gli episodi hanno girato a favore, premiando lo sforzo di una squadra che sta lavorando duro e che nonostante una serie di sconfitte che pareva infinita non ha mai smesso di credere in quello che stava facendo.
Questa vittoria non significa che l’obiettivo sia stato raggiunto, ma è la più tangibile delle dimostrazioni che quanto è stato detto nelle ultime settimane corrisponda all’assoluta verità: Capo d’Orlando c’è, non molla e vuole conquistare il suo settimo scudetto. La salvezza.
Le parole di coach Andrea Mazzon al termine della gara: “Ci stiamo allenando, stiamo lavorando bene e la strada è ancora lunga. È evidente che questa squadra ha dei limiti, ma dobbiamo far diventare la conoscenza dei nostri limiti la nostra forza e stasera lo abbiamo fatto. È chiaro che se avessimo segnato qualche tiro in più nel primo tempo questa partita l’avremmo chiusa anche prima. Poi alla fine siamo riusciti a mettere due canestri importantissimi e abbiamo fatto delle buone scelte negli ultimi secondi facendoli andare in bonus e chiudendola con Knox, che è un giocatore che sono molto felice di allenare, lavora duro, è molto serio ed è un giocatore che dovrebbe stare facilmente a questo livello. Ci vuole un po’ di pazzia per giocare le partite che ci restano, non si può controllare niente, bisogna giocare e rischiare”.