Federica Lo Duca. ''Mi è mancata tanto la pallavolo in questi mesi, conto al più presto di ritornare ai miei livelli'’

17.03.2017 13:57

Massimiliano Andò

Il suo ritorno in campo va catalogato tra le note più belle della stagione condotta fino ad oggi dalla Nino Romano. Non che siano mancate gioie sul campo alla formazione mamertina, come peraltro evidenzia la classifica (5° posto ma non molto distante dalla zona play off), ma rivedere Federica Lo Duca tornare a calcare il taraflex, pronta a lottare palla su palla al fianco delle compagne, non può che far piacere, soprattutto considerando i contrattempi fisici che l’hanno costretta ai box per diversi mesi. Ma le difficoltà sono alle spalle, e la giovane atleta nata e cresciuta nella Nino Romano sta riprendendo confidenza con il campo, ritrovando un passo alla volta le giuste sensazioni.
Federica quanto ti è mancato il campo?
“Tantissimo ed è stato davvero complicato in questi mesi restare a bordo campo limitandomi semplicemente ad incitare le mie compagne. È stato difficile e a volte anche triste andare ad ogni singolo allenamento e stare lì a guardare. Ma nonostante ciò, non mi sono persa neanche un momento di vita dello spogliatoio e grazie alle mie compagne, che per me sono davvero persone speciali, non c'è stato nemmeno un singolo giorno in cui non mi sia sentita parte integrante di questa squadra”.
Intanto puoi dirci come prosegue il tuo recupero?
“Il recupero dall'intervento prosegue bene anche se non sono ancora al top del mio stato fisico. Sono molto esigente nei miei confronti quindi credo che la strada sia ancora lunga, ma sono anche propositiva e ottimista per quanto riguarda il mio effettivo ritorno a pieno regime”.
Che sensazioni hai provato in queste tue prime apparizioni?
“Ho avuto la possibilità di stare in campo con le mie compagne e questo significa già tanto per me. Ho vissuto ancora poche azioni ma sono state tutte molto intense. Le emozioni che si provano ritoccando quel pallone durante una partita sono troppo forti da essere descritte. Non nascondo che in occasione del mio rientro mi sono commossa. Mi sono tornati in mente tutti i giorni in cui sono stata lontana dal campo e ho pensato con orgoglio che finalmente ce l'avevo fatta: anche per una singola azione, ero di nuovo lì”.
Quinte non molto distanti dai play off. Insomma, un cammino forse oltre le previsioni della vigilia.
“Siamo quinte e i play off possono ancora essere alla nostra portata ma non sono il nostro obiettivo principale. Ora come ora siamo in una posizione tranquilla, abbiamo in mano la salvezza e ciò che ci resta da fare è sicuramente divertirci cercando di esprimere un bel gioco. Se riusciremo a fare questo, il resto verrà di conseguenza”.
Avete superato anche un momento difficile dopo la partenza a stagione in corso per motivi lavorativi di Martina Brigandì. Anche qui la vostra forza è uscita fuori.
“La sua partenza ha portato alla ricerca di nuovi equilibri sia dal punto di vista tecnico che tattico ma siamo state abbastanza forti da attutire il colpo. Abbiamo assunto un'entità di squadra differente e in molte situazioni siamo riuscite comunque a ritrovare gli equilibri di cui parlavo prima. La mancanza di una giocatrice, se pure forte e preziosa come Martina, non poteva diventare un alibi per noi”.
Quanto è importante lavorare con un tecnico di esperienza come Mauro Maccotta?
“Mauro è Mauro. Sono cresciuta con lui, per me è il tecnico più preparato che abbia mai conosciuto, sotto tutti gli aspetti. Con lui lavoriamo sodo in palestra e il modo in cui studia e prepara le partite è sempre esemplare; quando riusciamo a seguire tutte le indicazioni che ci da, siamo una squadra vincente. Per me e per il mio recupero, la sua presenza è fondamentale. Conosce i miei limiti fisici attuali e sa perfettamente come agire”.
Parliamo di te: da quanti anni giochi a pallavolo e come è scoccata la scintilla?
“Contando anche il minivolley ormai sono 12 anni, ma si può dire che sono praticamente nata e cresciuta in palestra. La passione che ho per questo sport risiede nel mio DNA: i miei genitori si sono innamorati grazie alla pallavolo e questa passione l'hanno trasmessa a me e a mia sorella Giulia. Famiglia e pallavolo rappresentano un'unica cosa. In palestra mi sento a casa e le compagne di squadra sono tutte sorelle”. 

Un desiderio prima di congedarsi. “Spero che quest'anno – conclude Federica - riservi a me e alla mia squadra ancora tante emozioni. Nel frattempo, tengo strette al cuore tutte quelle che questo campionato e questo sport, più in generale, ci ha già regalato”


Federica Lo Duca

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