Anna Derobertis: ''Tornare a Barcellona è stato emozionante. Voglio mettere a disposizione delle più giovani l’esperienza sul parquet''

03.03.2017 16:51

Massimiliano Andò

Avere Anna Derobertis in campo è sempre un vantaggio. Per le doti tecniche e umane che possiede, per l’ampio bagaglio di esperienza accumulata in tanti anni trascorsi sui campi di pallavolo tra B2 e C. Soprattutto se il suo innesto rientra in un progetto che mira contemporaneamente ai risultati e alla crescita di un roster che comprende tante atlete giovani ma interessanti da fare maturare attraverso l’impiego sul campo, lavorando a stretto contatto con elementi di spessore ed esperienza. Fattori che non mancano alla schiacciatrice, tre stagioni con la maglia del Barcellona 95 (due in B2 e C) cui si devono andare ad aggiungere le annate con il Messina Volley, vissute sempre tra i tornei cadetti e la principale competizione regionale.

Anna sei tornata a Barcellona, una piazza che per te rievoca tanti ricordi. “A settembre dopo aver rimesso piede in questa palestra ho rivissuto tante sensazioni, dalla nostalgia dei precedenti campionati al bellissimo ricordo della promozione. Adesso le sensazioni sono ben diverse, un campionato in prima fila da affrontare con tante ragazze giovani vogliose di imparare. Un torneo sotto alcuni aspetti meno impegnativo ma non per questo da sottovalutare”.
Hai anche il compito di mettere l'esperienza accumulata in tanti anni sui campi di serie superiore a disposizione delle compagne che si affacciano per la prima volta in un torneo regionale. Come vivi questa responsabilità, se così possiamo chiamarla? 
“Più che di responsabilità io parlerei di uno stimolo ulteriore a dare sempre il massimo in partita e in allenamento. La mia presenza come quella di Simona Brigandì possono sicuramente essere d'aiuto sia nell'ottenere i risultati prefissati, sia come spunto di crescita per le mie compagne. Comunque in campo si è sempre in dodici, si vince e si perde tutte insieme. La Pallavolo è uno sport in cui il singolo conta ben poco”.
Parliamo del campionato. La piazza non ha mai nascosto di puntare alla promozione e la classifica vi vede in linea con l'obiettivo. Quali sono gli aspetti che potrebbero fare la differenza in questa lotta con Acicatena e Roccalumera?
'Gli obiettivi della società fin dall'inizio sono stati ben chiari: puntare al salto di categoria e di pari passo alla crescita di un gruppo giovane su cui poter contare successivamente. Gli aspetti che possono fare la differenza rispetto alle altre contendenti sono diversi. Innanzitutto costanza in campo, continuità di gioco e la massima determinazione, a prescindere da chi si ha di fronte. Mantenere un proprio ritmo di gioco è fondamentale, da leggerezza nelle partite un po' più semplici e un appiglio nelle partite decisive. Come si è dimostrato contro l'Acicatena nella partita di ritorno. Dove invece dobbiamo lavorare è nell’imparare a superare con lucidità gli errori, senza farci trascinare dalla scia negativa che comportano. Ma siamo sulla strada giusta”.
Il primo posto è ormai secondo te un capitolo chiuso in favore del Mondo Giovane oppure ci sono margini per sorprese.
“Spero vivamente che non sia già un capitolo chiuso: sicuramente non possiamo permetterci passi falsi in questo senso. Partendo da questa domenica contro Roccalumera e così via, fino allo scontro diretto contro il Mondo Giovane. All'andata è stata una gran bella gara ed io ci tengo particolarmente a ribaltare il risultato in quella di ritorno”.
Cosa ci puoi dire del mister, come ti stai trovando a lavorare con Peppe Venuto?
“E’ una persona che ha fatto della pallavolo la sua vita e questo si percepisce subito. Un allenatore molto preparato che tiene tantissimo al lavoro di squadra e alla crescita delle singole. Apprezzo di lui il fatto di essere una persona aperta al confronto, autocritica e tenace. Con me personalmente è sempre stato molto disponibile visti i miei limiti lavorativi e come lui le mie compagne. Spero che quest'anno possa essere solo un buon punto di partenza per lui, la società, per tutti noi”.
Se pronuncio la parola B2 cosa ti viene in mente?
“Mi aspettavo una domanda del genere. La prima emozione è nostalgia, mi mancano quei ritmi sia nella partita sia in allenamento, quell'adrenalina che mi nasceva confrontandomi in campionati più impegnativi. Quella voglia di superare i propri limiti. A prescindere dalla società in cui ho giocato, ogni campionato mi ha lasciato tanto dentro e ringrazio i singoli allenatori per le opportunità avute. Credo profondamente che non sia la categoria a fare l'atleta, ma viceversa”.

Anna Derobertis

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